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Tra storia e realismo fantastico, romanzo avvincente sino all'ultima pagina. "Rosa Zicchina e i suoi colera" è un omaggio al feuilleton: peripezie e vicissitudini in linea con l'Ottocentismo di questo genere letterario. Ad esempio nella lingua arcaicizzante da "romanzo d'appendice" (anche se in effetti la scrittura è moderna e scorrevole). Nel romanzo agiscono decine di personaggi, noti anche perché i loro nomi, scritti sulle targhe delle vie di Sassari, intrecciano le loro vite a quella di Rosa Zicchina, donna appassionata ma spietata sino al delitto, agnostica e insieme pervasa da profonda spiritualità, allevata in un sottano sordido e poi padrona di sapienza e ricchezze immense. C'è la storia - ricavata da puntigliose ricerche bibliografiche e archivistiche, con documenti e fatti inediti - ma non è un romanzo storico. Chiarisce l'autore: "Non voglio raccontare la storia di Sassari, ma siccome accadono un sacco di cose in questi luoghi e in certi momenti, la storia scorre insieme alla narrazione". Dunque, le incredibili e insieme credibilissime avventure di Rosa si intersecano con incredibili eppure reali avventure di una città che dal colera del 1855 arriva al colera del 1884.